15 Ottobre 2020

Dalla rivista “ADAMELLO”, periodico del CAI di Brescia, un Dialogo tra montagna e città su “Le sfide del Prossimo Futuro”

Il Centro di Ricerca Ge.S.Di.Mont. di UNIMONT – polo d’Eccellenza dell’Università degli Studi di Milano – segnala l’interessante riflessione a tema montagna e attualità, tra incertezze attuali e prospettive future, contenuta nell’ultimo numero della rivista ADAMELLO, il periodico del Club Alpino Italiano, sezione di Brescia, all’interno del quale è presente anche un contributo di UNIMONT a cura della Prof.ssa Anna Giorgi.


La pandemia da Covid-19 e le sue conseguenze hanno portato alla luce la fragilità degli attuali modelli di sviluppo e di governo della società: modelli unici, costruiti e pensati nelle città e per le città, ma applicati ovunque, senza considerare l’“identità” dei luoghi, con ripercussioni negative in tutti quei territori dalle caratteristiche peculiari come quelli di montagna.
Nel numero 127-2020 della rivista ADAMELLO, semestrale di riferimento per gli amanti della montagna e per tutti coloro che hanno fatto di essa un lavoro, il CAI di Brescia dedica un dossier a questa problematica attuale e si domanda: “QUALE MONTAGNA PER IL TERZO MILLENNIO?”

Alla domanda è chiamata a rispondere anche la Prof.ssa Anna Giorgi – direttrice del Centro di Ricerca Ge.S.Di.Mont. di Unimont – Polo d’eccellenza dell’Università degli Studi di Milano e, da ottobre, presidente del Corso di Laurea in “Valorizzazione e Tutela dell’Ambiente e del Territorio Montano” – che, per creare una nuova “visione” di sviluppo propone di partire dal ripensamento del rapporto tra montagna e città, contenuta nell’articolo “Dialogo tra montagna e città. Le sfide del prossimo futuro”. È possibile leggere l’intero articolo all’interno della rivista, a pagina 22.

Il Presidente del CAI di Brescia Angelo Maggiori, spiega “Obiettivo del ragionare collettivo sulla passione dei conquistatori dell’inutile all’inizio del terzo millennio, è il promuovere una maggior consapevolezza e una visione complessiva della salvaguardia dell’ambiente montano. Saggiare gli umori, i desideri, i sogni e le aspettative dei soci CAI e di studiosi delle comunità montane come strumento per capire cosa significa e come sia possibile promuovere una cultura della montagna che sappia impedire, da un lato, il degrado ambientale veicolato dalla supposta “valorizzazione” economica, dall’altra una consumistica reductio a parco giochi. Una riflessione sviluppata come un  invito a riscoprire la montagna come fonte complessiva di bellezza capace di riempire il nostro spirito e donare significato al fare fisico: montagna vissuta come terreno della libertà, della ricerca personale, dell’avventura come scoperta. Del silenzio e dell’essenzialità. Premesse per comportamenti rispettosi dell’ambiente e delle genti di montagna”.

In questo momento di transizione l’Italia, con le sue montagne, ha un’occasione unica, scrive la Prof.ssa Giorgi, “Essere un laboratorio europeo nel quale avviare la sperimentazione per la società del futuro, resiliente, sostenibile, coesa, connessa, equa, verso il ‘green deal’”.

Una sfida strategica che UNIMONT – Università della Montagna – Polo d’Eccellenza dell’Università degli Studi di Milano – ha intrapreso oltre 20 anni grazie all’ alleanza con una cordata di Enti Locali quali: Comune di Edolo, la Comunità Montana e il BIM di Valle Camonica, la Provincia di Brescia e, fino al 2015, la Camera di Commercio di Brescia.

La sua localizzazione e soprattutto la capacità di costruire un “ponte” che garantisce lo scambio e l’interazione costante tra città e montagna costituiscono la chiave del successo del Polo Unimont dell’Università degli Studi di Milano, che in  un piccolo comune di 5000 abitanti offre attività formativa universitaria ad oltre 300 studenti, promuove e attua ricerca sui temi strategici per lo sviluppo delle aree montane e anima un network nazionale e internazionale che oggi conta più di 30.000 contatti. 

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