31 Luglio 2024

60° Pellegrinaggio in Adamello: il racconto dei giovani di UNIMONT presenti

UNIMONT, polo d’Eccellenza della Statale di Milano, ha aderito all’iniziativa promossa dalla Commissione Sezionale Cultura dell’Associazione Nazionale Alpini – Sezione di Vallecamonica – e sabato 27 luglio 2024 una sua rappresentanza si è unita alla 5ª Colonna “Ragazzi Campi Scuola” in occasione del 60º Pellegrinaggio in Adamello, dedicato alle donne portatrici del Vioz e dell’Adamello.

 

Domenica 28 luglio si è concluso il 60° pellegrinaggio degli Alpini in Adamello, un evento che ogni anno riunisce centinaia di persone per commemorare i caduti di tutte le guerre. Quest’anno, il pellegrinaggio ha assunto un significato speciale, dedicato alle donne portatrici del Vioz e dell’Adamello. Queste donne, che hanno sacrificato non solo i propri figli e mariti, ma a volte anche la loro stessa vita, sono state ricordate per il loro contributo alla libertà di cui ancora oggi godiamo.

Dopo la Santa Messa e i saluti ufficiali, il momento più atteso è stato sicuramente quello della consegna del cappello dai veci alle giovani reclute dell’esercito. Questo simbolico passaggio di testimone rappresenta non solo la memoria dei caduti durante i conflitti mondiali, ma anche il rispetto per l’ambiente montano, che appare immutabile ma è estremamente fragile e vulnerabile. Un esempio evidente è la Val della Mite, dove un ghiacciaio perenne si è ridotto a un nevaio profondo poche decine di centimetri, destinato a scomparire per sempre.

Grazie all’organizzazione del coordinatore Aleandro Botticchio,  di Tino Pacchieni e del Cap. Giacomo Giorgi, i ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni hanno potuto ripercorrere i luoghi di scontri e sofferenze di oltre cent’anni fa. La memoria di questi eventi è essenziale per le nuove generazioni, affinché comprendano l’importanza dei diritti umani e delle libertà.

Tra i partecipanti, due giovani tirocinanti internazionali di UNIMONT, Arthur Berchet dalla Francia e Ziona Rose dagli Stati Uniti, che hanno condiviso le loro impressioni sull’esperienza. Nessuno dei due conosceva la storia degli Alpini prima del pellegrinaggio, ma entrambi sono rimasti profondamente colpiti dalla cerimonia e dal significato del passaggio del cappello.

Arthur ha commentato: “Questo pellegrinaggio è stato un momento toccante e arricchente, un’opportunità per incontrare persone gentili e condividere momenti significativi. Ho particolarmente apprezzato le cerimonie e il rispetto mostrato per i caduti.”

Ziona ha aggiunto: “La cerimonia del passaggio del cappello è di grande importanza, così come il rispetto per le tradizioni e per i sacrifici dei nostri antenati. Questa esperienza ha arricchito il mio stage, fornendo un contesto storico alla regione e aiutandomi a comprendere meglio le sfide affrontate dalle aree montane.”

Arthur ha inoltre riflettuto sul messaggio del cerimoniale di consegna, sottolineando che “i giovani Alpini devono commemorare questi eventi per le future generazioni. È fondamentale proteggere le montagne non solo dal punto di vista bellico, ma anche da minacce attuali come il cambiamento climatico.”

Entrambi hanno riconosciuto il valore delle cerimonie commemorative per mantenere viva la memoria storica e per educare le nuove generazioni sulle atrocità della guerra.

In un’epoca di globalizzazione e conflitti diffusi, mantenere viva la memoria delle guerre passate è cruciale. Le cerimonie come il pellegrinaggio degli Alpini in Adamello non solo onorano i caduti, ma trasmettono valori di rispetto, sacrificio e amore per la patria e le sue tradizioni. Questi eventi sono un ponte tra passato e futuro, un modo per assicurarsi che le lezioni della storia non vengano dimenticate e che le montagne, teatro di tanto dolore, diventino simbolo di pace e rispetto.

 


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