17 Ottobre 2024

Utilizzo dell’indice di Qualità Biologica del Suolo per la caratterizzazione dei suoli dei pascoli Alpini – Campagna di rilievi sviluppata nell’ambito del progetto PNRR Agritech

Lo studio condotto da UNIMONT e dal Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali- Produzione, Territorio, Agroenergia dell’Università degli Studi di Milano, nell’ambito del progetto PNRR Agritech, mira a sviluppare strumenti e pratiche innovative per la gestione adattiva dei pascoli, nelle valli alpine della Val Camonica (Lombardia Italia). Si basa sulla caratterizzazione della qualità dei suoli, valutata a partire da tipo di humus e tipo di suolo (prima fase) e qualità biologica basata su presenza e biodiversità di microartropodi.

 

Nelle Alpi italiane gli ultimi decenni hanno visto una significativa tendenza all’abbandono e al degrado dei pascoli montani e dei prati, la quale ha alterato preziosi servizi ecosistemici e compromesso la circolarità della produzione agricola e zootecnica a livello aziendale e regionale. Per rispondere a questa sfida per i territori montani UNIMONT (BS, Italia) e il Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali- Produzione, Territorio, Agroenergia dell’Università degli Studi di Milano stanno sviluppando una serie di studi sui prati e pascoli Alpini. La ricerca, condotta nell’ambito dei progetti PNRR Agritech, mira a sviluppare strumenti e pratiche innovative di agricoltura digitale a più scale per la gestione adattiva dei pascoli. La Val Camonica (Lombardia Italia), in particolare la zona del Mortirolo, è stata scelta come caso di studio e ”laboratorio vivente” prospettico per una migliore gestione territoriale dei pascoli e delle praterie alpine.

La campagna di rilevamento effettuata durante l’estate 2024 ha riguardato la raccolta di 30 campioni, per la caratterizzazione del tipo di suolo in base alla pedofauna, per la determinazione dell’indice QBS-ar (Qualità Biologica del Suolo). Tale indice si basa sulla presenza e sulla diversità delle comunità di microartropodi. Si è ritenuto importante inserire lo studio della fauna edafica in quanto essa svolge un ruolo chiave nella formazione e nel funzionamento del suolo, attraverso processi di decomposizione della sostanza organica e della sua mineralizzazione, che sono fondamentali per la funzionalità dell’ecosistema suolo e per il rilascio dei nutrienti, impattando quindi sulla loro fertilità. Inoltre, comunità biologiche complesse nel sistema suolo rendono lo stesso più resiliente nei confronti degli effetti negativi causati dal cambio climatico, quali eventi siccitosi o precipitazioni estreme, e rendendo il suolo meno vulnerabile ai processi erosivi.

Gli strumenti di lavoro sono la pala, piccone e sacchetto. Viene prelevato un piccolo campione indisturbato di terreno di 10 x 10 cm e 10 cm di profondità. Viene eliminata la parte superficiale vegetale del soprassuolo con le cesoie. Il campione prelevato viene posto in un sacchetto con un poco di aria per mantenere viva la pedofauna fino alle analisi tipologica e quantitativa che verrà effettuata nel giro di 48 ore massimo. Il campione, conservato allo scuro, a temperatura ambiente viene quanto prima portato in laboratorio per procedere all’estrazione della pedofauna mediante il Selettore di Berlese-Tullgren. I risultati ottenuti serviranno per determinare l’Indice di Qualità Biologica del Suolo (QBS-ar) proposto dal Prof. Parisi dell’Università di Parma (2001), approccio che coniuga semplicità metodologica e possibilità di avere riscontri circa differenti situazioni di qualità biologica del suolo.

Il metodo prevede il riconoscimento al microscopio delle forme biologiche a differente grado di adattamento alla vita edafica (ad esempio la riduzione e perdita degli occhi o la depigmentazione) e si basa sul principio che maggiore è l’adattamento, migliore è la qualità biologica del suolo, in quanto condizioni di stress chimico-fisico, dovute a cause sia antropiche sia naturali, comportano il depauperamento degli organismi più adattati, che essendo più vulnerabili e meno capaci ad affrontare condizioni sfavorevoli, sono i primi a scomparire.

Ad ogni Forma biologica della mesofauna presente nel campione è attribuito un Indice Ecomorfologico (EMI) il cui valore aumenta con il grado di adattamento alla vita edafica; con Forme Euedafiche (FE) s’intendono quelle forme biologiche ad elevato adattamento, con punteggio EMI massimale (pari a 20).

Poiché i campionamenti per la mesofauna sono stati eseguiti nei siti in cui è stato condotto lo studio pedo-humologico-vegetazionale (durante la campagna di rilevamento 2023), i dati relativi ai popolamenti vegetali e al diverso grado di abbandono dei pascoli verranno correlati con quelli derivanti dalle differenti forme biologiche di mesofauna a diverso grado di adattamento. Si vuole con tale studio indagare quindi lo stato dei suoli al fine di valutare la qualità dei pascoli di alta quota in relazione alla loro gestione. Il recupero delle pratiche agronomiche più adatte a privilegiare suoli con alto QBS potrebbe fornire indicazioni su quali azioni  inserire nei piani di gestione dei pascoli.

Per informazioni: michele.damico@unimi.it, francesca.sapio@unimi.it, silvia.chersich@unimi.it

 

 

 


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