Edolo, dicembre 2016 – Il Castellaccio, Annuario della Sezione C.A.I. Di Pezzo / Ponte di Legno, lascia la parola a tre risorse provenienti dall’Università della Montagna: Anna Giorgi, Direttrice del Centro Interdipartimentale di Studi Applicati per la Gestione Sostenibile e la Difesa della Montagna, e due laureate dell’Unimont, Daniela Toloni e Laura Pietroboni.
Il Castellaccio, l’Annuario storico della Sezione C.A.I di pezzo / Ponte di Legno, una rivista che raccoglie contenuti su storie di montagna, riflessioni e consigli dedicati al territorio montato, ha deciso di lasciar parlare l’Università della Montagna di Edolo, pubblicando nell’edizione n°28/2016 tre interessanti articoli a cui vale la pena dare attenzione.
“L’Università della Montagna: un avamposto per la formazione e la ricerca nel cuore delle Alpi Italiane” è l’articolo pubblicato da Anna Giorgi, Direttrice del Centro Interdipartimentale di Studi Applicati per la Gestione Sostenibile e la Difesa della Montagna. Un interessante introduzione dell’area Apina nella storia dell’Europa per promuovere con orgoglio un’Università, unica a livello nazionale, dedicata alla ricerca e allo sviluppo delle aree montane. Un’offerta formativa peculiare, in grado di offrire opportunità professionali a quei giovani che sono interessati a lavorare sul territorio montano, contribuendo alla sua crescita e sostenibilità all’interno dell’Unione Europea.
Con il suo articolo “Quello che si è sempre fatto non sempre è quello che bisogna fare”, Daniela Toloni, laureata all’Università della Montagna di Edolo, racconta la sua esperienza ad una cena C.A.I., dove compiaciuta si sofferma ad osservare un gruppo di giovani da cui traspira un grande amore per la montagna. Bisogna amare il proprio territorio, essere fieri di voler restare nel proprio paese montano e accettare i progressi della modernità, conservando e rispettando le tradizioni.
Infine, “Legno contorto” è l’articolo di un’altra laureata dell’Università della Montagna di Edolo, Laura Pietroboni. Un’esperienza personale, un racconto idilliaco di un paesaggio di montagna e delle sensazioni che può trasmettere. Una descrizione affascinante di quegli alberi forti in grado di oltrepassare ogni barriera e di sopravvivere ad ogni condizione; quasi una dimostrazione e un desiderio che nella vita non esistono limiti.