Giovedì 31 Gennaio, presso la sede di UNCEM a Roma, si è riunito il Tavolo 3 “Agricoltura e valorizzazione dei prodotti agroalimentari, gestione forestale e filiera del legno” istituito il 16 ottobre in occasione degli Stati Generali della Montagna, convocati dal Ministro delle Autonomie e degli Affari regionali, Sen. Erika Stefani, con l’obiettivo di raccogliere i contributi degli attori istituzionali, Università, Enti di Ricerca e Associazioni.
UNIMONT – Centro d’Eccellenza dell’Università degli Studi di Milano – che con il suo centro di ricerca Ge.S.Di,Mont. da anni svolge azioni concrete, dalle montagne, per promuovere lo sviluppo dei territori montani – ha dato un concreto contributo alla discussione, ponendo al centro dell’attenzione il ruolo e l’importanza cruciale dell’agricoltura nei territori montani e l’urgenza di interventi atti a farne esprimere il potenziale. L’agricoltura di montagna è, infatti, essenziale per la gestione e per la valorizzazione economica della montagna, indispensabile per la manutenzione e la sicurezza del territorio, la conservazione del paesaggio e la reale sostenibilità di attività turistiche, commerciali e artigianali.
Insomma, l’agricoltura è un vero e proprio cardine per l’economia montana, da anni in uno stato di sofferenza a causa della mancanza di politiche specifiche, atte a farne esprimere il potenziale, più che a compensarne la scarsa competitività dovuta all’applicazione di regole e pratiche messe a punto per sistemi territoriali e modelli produttivi inattuabili in montagna.
Sono, quindi, necessari interventi urgenti che generino ricadute concrete, partendo dalla revisione e dalla formulazione di normativa e di interventi funzionali ad alleggerire il carico burocratico, elaborare e offrire servizi utili, anche on-line, favorire l’accorpamento del fondo e l’avvio di impresa, soprattutto da parte dei giovani che sempre più spesso si avvicinano alla montagna con preparazione, creatività e passione. Importante anche l’impegno a promuovere attività di ricerca che consenta di individuare strumenti e strategie innovative per valorizzare le risorse uniche e pregiate, come la biodiversità di interesse agronomico, le varietà e le razze locali di cui le montagne sono ricche, che possono davvero rendere competitiva l’agricoltura di montagna.
Promuovere lo sviluppo dell’agricoltura di montagna significa anche favorire un processo formativo e culturale ampio, inclusivo, che se da un lato deve favorire la formazione permanente – indispensabile anche in montagna in una società sempre più complessa – dall’altro deve rendere l’intera società consapevole del ruolo e del valore economico del servizio reso alla collettività dalle montagne e da chi sceglie di viverci e lavorare per gestirle e custodirle.