Una importante mattinata di lavori e riflessioni sul ruolo del sistema delle piccole e medie banche nello sviluppo dei territori. Interventi e riflessioni di altissimo livello, in un convegno che ha visto collaborare nella regia organizzativa il prof. Marco Vitale e i contributi di autorevoli economisti e imprenditori impegnati nella creazione di valore sia a livello locale che internazionale.
La mattinata, moderata da Gianfranco Fabi, Giornalista e docente di Tecniche e scenari della comunicazione economica all’Università “Carlo Cattaneo” di Castellanza, ha visto la partecipazione di importanti personalità del settore, sono infatti intervenuti: Marco Onado, tra i massimi esperti di diritto bancario e docente senior presso il Dipartimento di Finanza dell’Università Bocconi di Milano, Stefano Zamagni, Professore Ordinario di Economia Politica all’Università di Bologna e Ajunct Professor of International Political Economy alla John Hopkins University, Bologna Center, Alberto Quadrio Curzio, Professore Emerito di Economa politica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Presidente del Consiglio scientifico del Centro di ricerche in analisi economica, Presidente Emerito Accademia nazionale dei Licei, Giacomo Pedranzini, Imprenditore e Amministratore delegato di “Kometa 99”, Giuseppe Porro, Professore ordinario di Politica economica preso l’Università dell’Insubria, Anna Gervasoni, Direttore generale di AIFI (Associazione italiana del private equity), Prorettore LIUC Università “Carlo Cattaneo” di Castellanza. Le riflessioni conclusive sono state affidate al Cavaliere del Lavoro Mario Alberto Pedranzini, Consigliere delegato e Direttore generale della Banca Popolare di Sondrio.
Insieme al pragmatismo di chi si occupa di economia, finanza, e impresa in un momento storico complesso, si è reso evidente anche il lato profondamente umano e generoso di chi nella creazione di valore e nella sua gestione vede la responsabilità di costruire un futuro migliore per tutti.
L’importanza di presidiare i territori da parte di un sistema bancario che deve innervare anche le aree periferiche, come quelle montane, contenendo le forze centripete che tendono a concentrare tutto in pochi luoghi fisici, le grandi città, tra pochi giganti finanziari.
La prossimità è un importante e imprescindibile valore perché sono i territori i luoghi dell’economia reale. Questo è ancor più vero in questo periodo di turbolenze socioeconomiche, geopolitiche e di cambiamenti climatici che impattano sull’economia e, più in generale, sulla vita delle persone.
Principi, questi, che permeano anche l’approccio di UNIMONT, distaccamento di una grande Università italiana come l’Università degli Studi di Milano, che presidia i territori montani sul piano formativo, della ricerca per l’innovazione e della terza missione, facendo della prossimità territoriale un elemento di grande forza.
Per questo UNIMONT è stata salutata e citata durante il convegno da chi fa impresa a livello locale, tra le montagne valtellinesi e a livello internazionale, affrontando le complessità del presente con una visione che guarda alla dimensione locale, montana, con la certezza che si può innovare e promuovere il cambiamento per affrontare in modo nuovo una situazione generale che mostra grandi criticità.
Un riconoscimento del lavoro fatto fin qui dal polo UNIMONT della Statale di Milano che guarda alle montagne e ai giovani che le amano con la certezza che l’investimento in capitale umano e innovazione possono dare centralità e futuro alle montagne, una quota importante di territorio nazionale.
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